Torino dal cibo all’ospitalità, gli indirizzi da segnare in agenda.

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“Il modo di mangiare fa parte della cultura delle persone e dei popoli, per questo tocca anche i “sentimenti”. Scoprire i sapori, inventare il modo di usarli non è solo arte, è gioia.

                                                                         Chef Nicola Batavia

Vivace, ricca di stimoli ed eventi culturali e artistici, Torino è anche meta perfetta per gli appassionati di buon cibo, presidi territoriali, cucina tradizionale piemontese o esperienze gourmet.

Una festa sia per gli occhi che per il palato, che può andare in scena concedendosi un weekend tra le meraviglie della città sabauda. Tra le numerose iniziative organizzate dall’ente del turismo di Torino, non mancano quelle per far scoprire la città attraverso il gusto. Anzi, a ben pensare hanno fatto molto di più. Per ogni stagione il viaggiatore goloso, potrà scoprire attraverso i ristoratori aderenti all’iniziativa, i piatti della cucina tradizionale e stagionale piemontese.

Tra questi non possono certamente mancare tre grandi: gli Agnolotti del plin, gustosi pizzicotti di pasta ripiena, gli Gnocchi alla bava, un connubio perfetto tra lo gnocco e la toma, tipico formaggio locale, i Tajarìn, sottile pasta dal vibrante colore giallo dato dall’utilizzo di solo tuorli nell’impasto.

Da secoli, però, il re indiscusso delle tavole piemontesi è “l’Agnolotto”: servito con semplice burro e salvia o con un tradizionale sugo d’arrosto anticipato dall’antipasto di vitello tonnato. Se avete modo andate alla scoperta della cucina piemontese accompagnati da un torinese, vi aprirà un mondo sul fondo del sugo di arrosto, sul ripieno dell’agnolotto, per non parlare della salsa del vitello tonnato. I tradizionalisti puri, come da ricetta dell’Artusi, mettono al bando l’utilizzo della maionese nella composizione della salsa tonnata.

Per destreggiarsi tra i richiami delle bontà in città, è possibile organizzare il proprio itinerario gastronomico e mettendosi in regime di dieta preventiva. A Torino non solo si mangia bene, ma le porzioni sono ben più che generose!

ColazioneMercato di Porta Palazzo. Iniziare la scoperta di una città dal mercato, è uno dei modi per scoprirne la sua vera essenza al di là degli edifici storici e delle vetrine scintillanti. Qui nel mercato coperto più grande d’Europa, aperto dall’alba al tramonto, è possibile vivere e respirare quel meltinpot di persone e cultura che caratterizza Torino. Passare tra i banchi di pane fragrante appena sfornato, lasciarsi tentare dal profumo dei salumi oppure farsi ingolosire da frutta e verdura dei produttori locali mentre l’odore di menta fresca avvolge ogni passo, è un’esperienza da non perdere e che crea dipendenza.

PranzoGoustò. La posizione privilegiata di questo ristorante, lo rende un posto assolutamente da mettere in agenda per vivere un’esperienza nell’esperienza. Mentre si sceglie tra le proposte in carta, ci si guarda attorno allungando lo sguardo da un lato su piazza della Repubblica, ossia sulla vivacità del mercato di Porta Palazzo, dall’altro nella galleria Umberto I. Quest’ultima, un passage in stile parigino, fu l’ospedale Mauriziano della città dal 1545 al 1884 per esser poi trasformato qualche anno dopo, in una delle prime gallerie commerciali ed oggi nel nuovo food district di Torino. Goustò non è solo cucina piemontese, è cucina sabauda. Uno studio di antiche ricette di famiglia, una ricerca meticolosa delle materie prime, valorizzando produttori e prodotti locali, che si lasciano assaporare in un ambiente fresco e luminoso, con tocchi di design e arredi che parlano di casa e calda semplicità.

Una carta menù divertente, che gioca con le parole (prima dei primi, beati i primi, secondi a nessuno, un dolce finire) ma che non scherza con il gusto. Accompagnare un antipasto piemontese, risotto carnaroli con barbabietole e montebore, petto d’anatra al passito di erbaluce di caluso con uva caramellata con un barbera sarà la ciliegina sulla torta. Il posto perfetto tra gusto e conoscenza.

Merenda/Aperitivo – Il Convitto Caffè. Alle spalle di piazza Carignano, nel quartiere ebraico della città, questo posto merita una sosta per conoscere una ritualità contadina dell’800, ossia la Merenda Sinoira. Un rito che ha origine con il ritorno dai campi dei contadini, che ritornando a casa nel tardo pomeriggio, avevano la necessità di ritemprarsi e nutrirsi con quello che si aveva a disposizione. Non mancavano così nocciole, formaggi e pane. Riscoperta questa antica abitudine, oggi è un bel modo per gustare dei prodotti territoriali, facendosi raccontare anche le storie ad essi legati.

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Qui al Convitto Caffè, si può così scegliere come comporre la propria merenda tra uno o più proposte: tomini verdi, elettrici (al peperoncino) e alle nocciole, vitello tonnato, pane burro e acciughe, salame “Luiset”, peperoni al forno con acciughe, castelmagno con miele e noci, quiche salata, piatto del giorno. Da non perdere la torta pere e cioccolato, prodotta direttamente dalla casa.

CenaRuràl Restaurant. Questo posto è uno di quei luoghi che sembra di conoscere da sempre, ne avevo già parlato qui, e rimane sempre un indirizzo super se si è in centro e in zona Quadrilatero. Lo chef e la sua brigata sanno stupire, viziare e deliziare come pochi.

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CenaBirichin. Fuori dal centro ma in una delle aree più vivaci e frizzanti sulla scena gastronomica torinese, nel cuore di San Salvario un tempo quartiere operaio, si può gustare e incontrare l’eclettico chef Nicola Batavia. Varcare le porte di questo luogo, permette di scegliere tra due stili di esperienza: il bistrò più informale e veloce con vista sulle cucine oppure il ristorante, più intimo, con delle proposte in carta più ricercate e un servizio più coccolato. Indirizzo perfetto dove avvicinarsi alla cucina gourmet, senza dimenticare i piatti della tradizione piemontese e circondati da opere d’arte sempre in continuo mutamento. Un art – gallery – restaurant che fa della semplicità una filosofia mentre del brio e della voglia di dare nuovi stimoli un vero e proprio must. Come un vero e proprio artista lo chef accoglie gli ospiti servendo una selezione di grissini, chips e pane fatte ancora dalla sua mamma Maria, ma al tempo stesso affianca un aperitivo di benvenuto in delle fiale. Un rimando, quest’ultime, personale di storie passate e a lieto fine, che invitano a brindare e a riflettere sulla positività e sulla voglia di giocare sempre.

Qui la cucina è un gioco capace si far sorridere, stupire e solleticare il ricordo come il sorprendente l’uovo con fonduta, patata, nocciole e cacao, che fa affondare il cucchiaio in un sapore di uovo, formaggio e semplicità dimenticata. Chicche e coccole di gusto che si susseguono stupendo il commensale negli abbinamenti, nella presentazione e infine con la dolcezza di una scatola che accompagna il caffè, nella quale attingere caramelle a piene mani. E’ proprio un’esperienza birichin!

E se dopo tanto camminare, assaggiare, scoprire sarà necessario un posto dove rinfrancarsi dalle “fatiche” e al tempo stesso concedersi un po’ di relax a tutto benessere, il BW Plus Hotel Genova è un indirizzo perfetto. A due passi dalla stazione questo hotel, ancora con una gestione familiare, vi racconterà la storia che è passata da qui. Una ex locanda sulla strada che da Torino portava a Genova, da qui il nome, ora diventata un moderno hotel a 4 stelle, ottimo come base di partenza per scoprire la città e perfetto se la si vuole raggiungere in treno, abbracciando la mobilità sostenibile. Anche qui non mancano le coccole di stile per gli ospiti, oltre all’acqua presente in tutte le camere, nella hall si ha a disposizione  punch caldo o thè freddo a seconda la stagione.

Allora pronti per partire alla scoperta della città?

Share & enjoy,

Barbara

Primavera baltica su rotte insolite: Tallinn

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