Dove mangiare a Torino. Luoghi con gusti e storie da ricordare

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A Torino il fermento cultural gastronomico degli ultimi anni ha dato un nuovo impulso alla città. E si sa gli stimoli positivi non sono mai abbastanza. Qui un insieme di indirizzi, non di certo esaustivo, ma comunque testati e approvati e che mi sento di consigliare come si farebbe con dei cari amici.

Colazione/Pranzo/AperitivoFarmacia del Cambio – nella centralissima piazza Carignano – all’interno dell’antica Farmacia Bestente, oggi Farmacia del Cambio, è un must fermarsi nel proprio momento della giornata preferito per gustare i prodotti e la carta menù dello chef Matteo Baronetto. E’ possibile ammirarlo mentre guida la sua brigata, gustandosi un caffè con una fragrante brioche o anche pranzando al banco del bistrot. Un’esperienza più informale, rispetto all’attiguo ristorante stellato, ma che nulla toglie alle chicche di stile e di gusto provenienti dalla stella linea della cucina stellata.

Gli arredi scuri e i velluti rossi vi faranno immergere in un’atmosfera senza  tempo dal quale gustare anche un internazionale club sandwich oppure un piatto dal menù del giorno come l’ineguagliabile zuppa di ceci.

ColazioneOrso Laboratorio Caffè – con affaccio sul mercato di piazza Madama Cristina, in San Salvario. Qui si viene per gustare un buon caffè espresso, con miscele da scegliere tra le selezioni dal mondo, o per un V60 ossia l’americano fatto così come l’orzo ad arte per infusione. L’intimo ed originale posto che accoglie questo caffè, strizza l’occhio allo stile vintage. Dalla carta da parati, allo stesso logo che sembra un tattoo per giungere alla lettura dei fondi della tazza. Un sorso di caffè, una lettura al quotidiano di città e in pochi minuti si entra a far parte della vivace comunità di quartiere che dà calorosi benvenuti e condivide storie a chi ha voglia di ascoltarle.

ps. l’opera di street art 3D dell’orso firmato dall’artista portoghese Bordalo II è in via Baretti a due parallele di Orso Laboratorio Caffè

Pranzo/CenaScalo Vanchiglia – nell’omonimo quartiere Vanchiglia a due passi dalla Mole Antonelliana. Appena si varca la porta di questa pizzeria ristorante si rimane colpiti dal grande murales, dedicato ad una famiglia di emigranti con la valigia in mano che campeggia nella sala principale. D’un tratto si fa un salto indietro nel tempo, quando la grande emigrazione del secolo scorso era rappresentata dalle persone del sud, che fecero di questo quartiere il loro nuovo paese. Quella contaminazione è oggi assaporabile nei piatti, con il gusto e la delicatezza di chi attraverso la cucina e i suoi sapori vuole conquistarti il cuore. E qui lo staff di cucina di Roberta, una dei soci, ci riesce alla grande. La pizza è superlativa, così come l’originale buccia di ficodindia, o la frutta  inserita come nota agrodolce che rimanda ai sapori di quella famiglie siciliane che in Vanchiglia hanno costruito il loro futuro.

Pranzo/CenaAngolo 16 – nel centrale quartiere del Quadrilatero Romano. Un angolo dove la storica contaminazione Piemonte-Liguria si incontra grazie al menù firmato dallo chef Vladimir Janko. L’ambiente luminoso che gioca sui toni dei bianchi e dei neutri è il contenitore perfetto nel quale rilassarsi e scegliere dalla snella carta menù, che cambia stagionalmente proponendo anche dei piatti fuori menù. Imperdibile la selezione degli antipasti che portano direttamente in quello che è il gusto autentico della cucina piemontese come battuta di Fassone, vitello tonnato, insalata russa e giardiniera per giungere alla cucina di pesce ligure con una proposta come lo spaghettone al ragu’ di triglie e ricotta salata affumicata. Resistere poi alla ricca selezione di pane, focacce, grissini è praticamente impossibile, che giunge caldo dalla cucina che sforna giornalmente anche queste prelibatezze. Segnate questo indirizzo anche se volete sperimentare la merenda sinoira.

Pranzo/CenaGoustò – Questo ristorante vanta un affaccio privilegiato sia sulla piazza del mercato di Porta Palazzo che nella Galleria Umberto I. Senza dubbio uno dei miei ristoranti preferiti sia per l’idea che guida la scelta del menù, sia per l’utilizzo delle materie prime che arrivano sempre fresche dai contadini con i loro banchi dirimpetto al ristorante. Ogni proposta in carta ha una storia da raccontare pensata non per compiacere il commensale ma per trasmettere il ricordo o la conoscenza di quel piatto. Si inizia con il Vitel Tonnè all’antica, ossia girello di carne di razza Fassone Piemontese, cotta lentamente con aromi, aceto e verdure. La salsa è il risultato della riduzione del brodo di cottura, con aggiunta di capperi, acciughe e rosso d’uovo. Questo piatto inventato nel ‘700, quando né la maionese né il tonno erano cibi conosciuti, e deve l’inserimento della parola tonnè della ricetta dalla trasformazione dal francese tannè, che significa conciato, trova il perfetto seguito con gli agnolotti al plin per concludersi con la coppa sabauda, un dolce a base di Seirass, la ricotta di pecora delle valli sabaude, era una delle passioni gastronomiche del Re Vittorio Emanuele

Pranzo/CenaM**C BUN agriburgheria – centrale nell’area pedonale di via Rattazzi.

Per chi invece ha voglia di un hamburger di fassona, accompagnato da chips e da salse artigianali come la rubra, ossia la versione piemontese del kutchup americano, l’indirizzo è M** Bun (ossia che buono). Nella capitale sabauda poi, sarà impossibile non sorseggiare una MoleCola, ideata anch’essa dal genius loci del fondatore di M**C Bun, la prima agrihamburgheria d’Italia e la cui storia merita di essere raccontata in seguito nel dettaglio. Imperdibili e gustosissimi i burger vegetariani alla quinoa e alle melanzane, il tocco di menta in quest’ultimo è il top!

Pranzo/Cena Il Bistrot della Bottega del Gusto – nel vivace quartiere di San Salvario con vista Sinagoga, dove poter apprezzare diversi tagli di carne e una cucina fatta con passione. In sala la vivacità di Mauro, proprietario ed ex macellaio di bottega, che da qualche anno ha cambiato vita entrando nel mondo della ristorazione. I suoi piatti ed il menù proposto sono schietti e sinceri, appagano il gusto e riscaldano l’anima. Tra tartare, carpacci, carne alla griglia, non bisogna dimenticarsi di lasciare uno spazio per gustare il bunet (dolce al cucchiaio tipico piemontese, fatto di amaretti e cioccolato) e il suo tiramisù!

Pranzo/CenaNorma Polpetteria – Che sia di carne, di pesce o vegetariana ogni sfera da 40gr è un viaggio nei ricordi. E così quasi per una casualità del destino proprio alle spalle del tempio del cinema che ha reso iconica la polpetta, con la famosa scena di Lilly e il Vagabondo, Le Fate ignoranti o A cavallo della Tigre ci si può imbattere in questo posticino, nato come la prima polpetteria di Torino che propone un menù con 4 sezioni di polpette (carne, pesce, vegetariana e dolci), una di primi composta da tre ricette di spaghetti Benedetto Cavalieri. Un posto pensato per la convivialità e la rilassatezza, e la proposta Scorpacciata a Norma composta da 9 polpette, 3 per 3 tipologie, sono la scelta perfetta. Un tocco di sud Italia che qui in Vanchiglia ha caratterizzato la vita del secolo scorso di questo quartiere e che qui sembra quasi di riviverla in chiave contemporanea, tra gusti pieni e generose porzioni.

Merenda Gelateria Pepino – nella centralissima piazza Carignano. La storia di questa gelateria inizia nel 1884 quando, un gelataio di origini napoletane, Domenico Pepino, si  trasferì a Torino, portandosi dietro oltre alla propria famiglia di gelatai, tutti gli strumenti per produrre e confezionare gelato.
In pochi anni apre così una gelateria che in poco tempo diventa il simbolo della grande pasticceria fredda a Torino.

Il 17 Giugno del 1916 Domenico Pepino cede l’attività a Comm. Giuseppe Feletti e Giuseppe Cavagnino che nel 1939 inventarono il primo gelato ricoperto su stecco al mondo: il Pinguino®

Oggi la gelateria pur mantenendo gli arredi storici e il fascino immutato nel tempo, si dimostra capace di nuova visione generando sinergie con aziende territoriali insieme alle quali sperimentano nuovi gusti di gelato su stecco che affiancano i grandi classici

Merenda – Convitto Cafè – nella centralissima via San Francesco da Paola, di questo posto ci si innamora già solo leggendo l’insegna che riporta la parola torteria, che racchiude l’essenza di questo posto, centrale e familiare.

Alle spalle di piazza Carignano, nel quartiere ebraico della città, questo posto merita una sosta per conoscere una ritualità contadina dell’800, ossia la Merenda Sinoira. Un rito che ha origine con il ritorno dai campi dei contadini, che ritornando a casa nel tardo pomeriggio, avevano la necessità di ritemprarsi e nutrirsi con quello che si aveva a disposizione. Non mancavano così nocciole, formaggi e pane. Riscoperta questa antica abitudine, oggi è un bel modo per gustare dei prodotti territoriali, facendosi raccontare anche le storie ad essi legati.

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Barbara

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