Galleria Campari. L’arte dietro un drink

DSC_0002Il momento dell’aperitivo pur assumendo varie declinazioni di forma, è ormai una ritualità che unisce il mondo. Dal bicchiere di bollicine al cocktail più elaborato e di tendenza, dire aperitivo è condensare in una parola belle sensazioni, relax e convivialità di una giornata che volge al termine.

La città regina di questa ritualità è Milano e l’associazione non è casuale.

E’ nella città meneghina infatti, ormai 150 anni fa, dalla passione per le alchimie di spezie, vini e alcool di Gaspare Campari che nacque il rito dell’aperitivo.

Dopo anni di alterne vicende economiche tra Torino e Novara,  Campari aprì l’omonimo “Caffè Campari”, prima sotto il “Coperto dei Figini” (oggi lato destro della piazza del Duomo) poi all’angolo tra piazza Duomo e Galleria Vittorio Emanuele II. Nel retro bottega Gaspare allestisce un laboratorio in cui crea gli elisir che lo avrebbero reso famoso, primo fra tutti il Bitter all’uso d’Hollanda e successivamente il Cordiale.

La strada verso quella ritualità, quegli incontri durante i quali si tessevano relazioni importanti tra la Milano che contava, era stata avviata. Con la scomparsa però di Gaspare e  il passaggio dell’azienda prima alla moglie Letizia e poi al loro figlio, nascerà  quella che oggi è nota a tutti come l’azienda Davide Campari.

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DSC_0011Il 1904 è l’anno importante per la storia aziendale e territoriale, rappresentato dallo spostamento della sede dal centro di Milano a quella di Sesto San Giovanni. Così mentre la produzione si focalizza sul famoso bitter, la cui ricetta rimane tutt’ora segreta e il cordial, parallelamente si sviluppa la comunicazione pubblicitaria diventata ormai un’icona per l’azienda.

A Davide Campari e alla passione per l’arte, la ricerca del nuovo e allo sguardo sempre rivolto al futuro si devono le collaborazioni con grandi artisti del calibro di  Marcello Dudovich negli anni ’20, di Fortunato Depero che disegnerà la storica bottiglietta di Campari soda, per giungere negli anni ’60 a Crepax e Munari.

L’unione tra spirito imprenditoriale e mecenate è tenuto vivo grazie allo spazio Galleria Campari. Inaugurata nel 2010 per festeggiare i 150 dell’azienda, è situata proprio all’interno dell’attuale azienda, nella quale non c’è più lo stabilimento produttivo ma la sede amministrativa.

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La Galleria è visitabile gratuitamente e su appuntamento ed è un’esperienza da non perdere e di sicuro interesse se si è a Milano, o semplicemente si vuole scoprire la città oltre le mete turistiche. Uno spazio interattivo all’interno del quale, grazie alla visita guidata, è possibile non solo scoprire storia e aneddoti aziendali, ma vivere un vero e proprio percorso tra arte, comunicazione pubblicitaria e storia del costume degli ultimi 100 anni. Tutto è curato nei minimi particolari, con l’obiettivo di generare, riuscendoci, wow factor nel visitatore. Dalle manopole per scegliere i caroselli da vedere, rappresentate da grandi tappi Campari, ai tappeti diversi ma continui, che stanno a simboleggiare il passaggio del prodotto dalla catena di montaggio, allo sviluppo d’arte, fino al red carpet con il famoso claim “Campari. Red Passion” tutto è stato pensato per coinvolgere il visitatore.

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Un viaggio di scoperta che tra bozzetti, manifesti ed opere d’arte originali, che in un’ora e trenta di vistita guidata, porta dal piano terra al secondo piano, dove gli allestimenti diventano più scenografici. Il rosso avvolge l’ambiente e il visitatore, così come le mille goccioline in plexy e le fette giganti di arancia. Qui l’attenzione è al design che ruota attorno alla bevanda. Impossibile non notare la mitica bottiglietta, ideata da Depero, che con l’esterno “a buccia” doveva solleticare il modo di bere questo aperitivo, ossia freddo; i famosi lampadari di Ingo Maurer; l’evoluzione dei bicchieri e delle bottiglie da bar; i kit di viaggio e divertenti oggetti di merchandising.

Un mondo ricco di stile che merita del tempo per farsi conoscere. Non è di certo ordinario avere la possibilità di accedere, gratuitamente, all’interno di una delle aziende che da 150 anni rendono lo stile italiano riconoscibile e unico nel mondo.

Per festeggiare questo importante compleanno, senza dimenticare la strada intrapresa da Davide Campari, l’azienda nel 2011 ha attuato un bellissimo progetto di riqualificazione urbana nel comune di Sesto San Giovanni. Su un muro retrostante l’isolato dell’headquarter, ha commissionato ad 11 streetartist 11 graffiti ispirati ad altrettante opere realizzate nel passate da artisti Depero, Cappiello, Munari, Nespolo… per Campari.

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E se poi si capita qui durante l’ora di pranzo o di cena, anche la gola sarà conquistata. Basterà varcare la soglia di Villa Campari Ristorante per lasciarsi trasportare tra le proposte del gusto dello chef Stefano Pelizzoni.

Cultura, arte, bellezza e bontà non sono state mai così vicine.

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Barbara

 

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