Si è conclusa ieri presso il Museo della Permanente a Milano, una bella esposizione dedicata alla storia dell’evoluzione della caffettiera Bialetti, con “La Moka si mette in mostra“.
A due passi dal centro di Milano, in via Turati, la storica azienda italiana di macchinette per il caffè, ha dato la possibilità ad appassionati e curiosi di avvicinarsi e scoprire da vicino, il mondo di questa bevanda.
Un percorso tra storia e design, dal caffè alle caffettiere, per scoprire che il nome moca, prende origine dalla città nello Yemen Moka, dove sono state scoperte le prime piante del caffè.
Attraverso pannelli descrittivi e pezzi storici si passa dalla prima caffettiera domestica, risalente all’800, a quelle da bar per arrivare a quelle contemporanee.
Il focus principale è ovviamente la storica caffettiera Bialetti, che in sostanza dal 1955 ad oggi non ha subito grandi trasformazioni. Segno questo di un gusto e di una progettazione che va al di là del tempo?
Interessante il parallelismo con il mondo della comunicazione, portato ai massimi livelli da Renato Bialetti nel 1946, figlio del fondatore. Dai celebri Caroselli, con l’omino con i baffi – che prese ispirazione dal genio comunicativo di Renato Bialetti, fino ad arrivare ai registri dettagliati dove venivano segnalate le uscite pubblicitarie e non suddivise per testate.
Un mondo che ha fatto la storia e l’immagine dell’Italia, un viaggio nel tempo per sorridere, riflettere e pensare su come siamo cambiati. Dall’analisi storico sociologica, a quella degustativa il passo è breve, perchè Milano, Roma, Napoli, Venezia non sono solo belle città, ma anche i nomi di miscele alle quali questa azienda ha dedicato le nuove cialde.
Diversi i dettagli di stile che ho amato in questo percorso conoscitivo: dall’esposizione piacevole e agevole, alla tavole sinottiche brevi ma incisive, ai pezzi storici e a quelli più contemporanei. Ho lasciato il Museo della Permanente, con gli occhi pieni dei colori dei quadri materici di Mario Schifano che hanno accolto all’ingresso tutti i visitatori e il pensiero a quella Moka che negli anni ’60 era in ceramica nella parte superiore, permettendo una volta pronto il caffè di separarla dalla base e portarla con eleganza a tavola.
Dettagli di stile che riempiono il cuore!
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Barbara