Roma: il nuovo volto di Testaccio

Roma si sa, non la si finisce mai di scoprire, e passeggiare nel quartiere Testaccio ne è la riprova. Ad onor di cronaca quest’area che è una delle più vere e veraci della città capitolina, prende il nome dal cosiddetto “monte” (mons Testaceus): 35 metri di cocci (testae, in latino) e detriti vari, accumulatisi nei secoli come residuo dei trasporti che facevano capo al porto di Ripa grande e che qui venivano dismessi ai tempi degli antichi romani.

Lo stile semplice e genuino del tempo passato che lo ha caratterizzato, non si disperde, nonostante sia diventato un quartiere di nuova rinascita. Con il recupero dell’ex mattatoio, ora sede dell’università di architettura, la nascita del Macro, nonchè della Città dell’altra Economia, passando per il recupero del vivace mercato coperto, è facile lasciarsi tentare dai vari localini ricchi di stile dove soffermarsi per gustarsi un aperitivo o un piatto tipico della cucina romana.

Ma per capire come questa città si sta muovendo e in che direzione sta guardando, abbiamo  incontrato e chiacchierato con delle persone tanto straordinarie, quanto vivaci e brillanti, che stanno cercando di dar corso a delle realtà che spesso si incontrano solo viaggiando all’estero.

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Girovagando all’interno dell’ex- mattatoio, luogo di un fascino unico e perfetta location per set fotografici o addirittura per film, si viene catturati da due vetrine che sembrano uscite da un set cinematografico. Quinte in tessuto, tavoli di recupero, bozzetti da costumista e una palpabile energia creativa danno il benvenuto a Made in Testaccio.

Questo luogo è il sogno divenuto realtà di due sorelle visionarie, Gloria e Francesca, più un’amica anche lei Francesca. Le prime due da sempre cresciute tra cinema, teatro e boutique di alta moda, alcuni anni fa decidono di cambiare il corso della loro vita, abbracciando l’idea di unire le “vecchie” competenze con le passioni che covavano in fondo al cuore. Da questo mix scintillante nasce il laboratorio sartoriale Made in Testaccio, che ha tra i punti fermi della propria filosofia quello di recuperare vecchi abiti e darne nuova vita.

All’apparente semplicità e casualità delle creazioni, si contrappone invece un lungo lavoro di studio e progettazione, finalizzato, come sottolinea la voce frizzante di Gloria, non solo a recuperare un capo che potrebbe essere dismesso, ma anche a trasformarlo in qualcosa di nuovo da mettere nel guardaroba e non solo, senza per questo ricordare le origini. Quindi vecchie giacche che si trasformano in borse, maglioni che diventano sciarpe, camice da uomo che si trasformano in una vera e propria collezione da cucina – dedicata agli chef o aspiranti tali. Il sole riscalda l’aria mentre la nostra chiacchierata e l’incedere delle macchine da cucire crea un originale sottofondo, e si rimane incantati davanti a queste ragazze che ci stanno mettendo il cuore e l’energia per far vedere come si possano intraprendere nuove strade. Ma come comprendere davvero quello che c’è dietro? Loro hanno trovato un modo: condividere i saperi. Qui infatti è possibile non solo acquistare le creazioni prodotte, ma prendere parte anche ai loro workshop sul riuso. E come affermano le ragazze, qui si ricicla per trasformare e dare nuova vita.

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Se carichi di tanta energia vi è venuta fame, a pochi metri da qui un posto da non perdere è il Ketumbar. Un luogo che non solo è situato nel cuore delle storico quartiere Testaccio alle pendici del Monte dei Cocci, ma tra anfore romane e interni ispirati a Manatthan, si può cenare in uno degli edifici più antichi della zona.

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Il locale valorizza i prodotti di eccellenza, i grandi classici della cucina romana, accostando numerose interpretazioni culinarie ispirate ai prodotti del territorio, per offrire una cucina sana e generosa.

La cucina del ristorante propone i suoi cibi a bassa temperatura e utilizza il forno a carboni vegetali, restituendo alle materie prime la loro fragranza senza tradirne l’essenza. L’energia del titolare Stefano e la sua passione non solo per le materie prime, ma anche per la cura di questo luogo, all’interno del quale sembra che il tempo si dilati creano un’atmosfera magica. Un insieme tra storia e contemporaneità, dove fermarsi, chiacchierare e dar vita a nuovi progetti.

Dopo una giornata trascorsa in questo quartiere ho tratto una semplice riflessione: perchè non dar vita ad un weekend utilizzando il treno che giunge da queste parti, e immergersi tra creatività – Made in Testaccio e buon cibo  firmato da Ketumbar?

Share & enjoy,

Barbara

 

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