The Art of the Brick – LEGO incontra l’arte

IMG_20161127_121133Leg godt due parole che in danese significano gioca bene, ma evidenziando le prime due lettere di ogni parola danno vita a quello che è un brand famoso in tutto il mondo: LEGO.

Dire Lego significa dire mattoncini, costruzioni e pomeriggi trascorsi a dar forma alla creatività. L’azienda danese nata nel 1932, lancia nel 1958 il suo primo mattoncino rosso, reso unico dal sistema di interbloccaggio tubolare e per l’illimitata possibilità di costruzione. La visionarietà del team LEGO e l’apertura verso modi sempre nuovi di raccontarsi ma anche di stimolare la creatività, ha portato in scena la mostra “THE ART OF THE BRICK“.

Nella splendida cornice della Fabbrica del Vapore, LEGO si racconta attraverso 100 opere dell’artista americano Nathan Sawaya. Un percorso emozionale, facile da comprendere, porta il visitatore ad ammirare opere d’arte uniche sia come Yellow, l’uomo giallo che si apre il petto, che reinterpretazioni 3D dei grandi classici come la Venere di Milo, il David di Michelangelo o 2D come la Monnalisa, il tutto utilizzando con molta abilità, creativa e progettuale, i famosi mattoncini

In questa mostra perfetta sia per un pubblico adulto che per bambini, viene stimolato lo stupore e la meraviglia, in particolare quando l’artista interpreta la condizione umana. Quanti mattoncini sono stati utilizzati? Da tremila per le opere più piccole fino ad arrivare ad ottantamila  per lo scheletro del T-Rex. 

Una mostra che si visita in circa un’ora, ammirando e fotografando queste ludiche opere d’arte moderna a cavallo tra la Pop Art e il Surrealismo, ma anche riflettendo come una passione e un’idea possano cambiare il corso delle cose. Nathan Sawaya nato in Oregon, nel 2004 lascia il mondo dell’avvocatura per dedicarsi ad un nuovo modo di pensare e comunicare attraverso l’arte. Nel 2007 la sua prima esibizione personale e da allora un successo dietro l’altro, grazie alla sua visione e intuizione di portare il gioco del LEGO nel mondo dell’arte.

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Oggi i suoi pezzi giocosi, curati e pensati sono già parte di alcune collezioni pubbliche e private di arte contemporanea nei musei del mondo. Mattoncini rossi, solo un gioco per bambini?

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Barbara

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