Torino. Dormire e sognare tra l’arte contemporanea

La pittura è una professione da cieco: uno non dipinge ciò che vede, ma ciò che sente, ciò che dice a se stesso riguardo a ciò che ha visto.
Pablo Picasso

DSC_0076Torino continua a confermarsi la città che stupisce. Non importa quante volte ci torni, l’importante è che tu abbia spirito e voglia di sorprenderti, e questa città non ti deluderà.

Che sia una mostra, un evento speciale o semplicemente per scoprire questa città attraverso uno dei tantissimi temi attraverso i quali può essere scoperta, fate in modo di trascorrere anche una notte. Si ma dove?

Se anche voi siete appassionati del bello, di posti con forte personalità, con una storia da raccontare e che pur nella loro eleganza siano capaci di trasmettere familiarità e calore, allora quello che sto per raccontarvi vi stregherà tanto quanto ha stregato me.

Attiguo ad una delle nuove aree di riqualificazione urbana il quartiere San Salvario, lungo il Corso Massimo D’Azeglio e a fianco il parco del Valentino, sorge un edificio nato da un sogno: il Du Parc Contemporary Suites. Quello dell’architetto Laura Petrazzini e Corrado Levi, che negli anni ’70 non crearono un edificio, ma unirono idee e cemento armato per dar vita ad un’opera architettonica, che sarà premiata poi come una delle grandi espressioni del razionalismo italiano.

Conoscere il passato, per comprendere il presente. Quando si varca la soglia della grandissima facciata a vetri, si respira un’atmosfera speciale: quella di una galleria d’arte. Un veloce check -in mentre ti ritrovi a roteare la testa alla ricerca di qualche opera d’arte nota, quasi come se stessi facendo degli esercizi per il collo, necessitante di un po’ di stretching veloce.

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Nella grande hall e nel ristorante sono presenti opere di Giovanni Anselmo, Giuseppe Penone, Gilberto Zorio, Thomas Struth, Fischli & Weiss, Francesco Lo Savio, Alighiero Boetti, Anselm Reyle, Richard Woods solo per citarne alcuni.

Non aspettatevi didascalie, non siamo in un museo, ma non per questo la vostra curiosità e sete di conoscenza non potrà essere soddisfatta. Basterà chiedere ad uno dei cordialissimi ragazzi che seguono l’accoglienza degli ospiti.

Questo luogo che ha visto la luce poco più di 40 anni fa, nacque con l’idea di essere una residenza di lusso per persone d’affari e personaggi noti. Attraversando così gli spazi comuni di questo edificio brutale razionalista, si giunge non in delle camere, ma in degli appartamenti. Da 50 a 120 mq a voi la scelta.

La porta dell’appartamento 308 si apre, il profumo del parquet e degli arredi appena rinnovati avvolge l’ospite. Le lampade Parentesi di Achille Castiglioni e Piero Manzù, le poltrone Marsala (1971) di Michel Ducaroy, i tavoli Stadio (1966) e Selene (1966) di Vico Magistretti, le lampade Sirrah (1969) di Franco Albini, fanno bella mostra di sè. Ma cosa ci fa quel pappagallo sullo specchio? Ecco, quel genio biellese del maestro Michelangelo Pistoletto che con la sua arte, ritorna anche qui.

 

 

L’arte ti insegue, ti rincorre, ti porta a guardare il mondo da altre prospettive quelle che mai avevi considerato. Sarà per questo che mi piace, sarà per questo che potrei rimanere qui dentro per ore ammirando quello a cui i creatori hanno dato vita, e a seguire Ruben Levi e Elisa Sighicelli. Guardare il bello fino ad impregnarsi, di tanta sperimentazione, ricerca, buon gusto e perchè no, gioia di vivere. Questo è quello che si respira qui. L’arte come un gioco, per interrogarsi, conoscere e sorridere, trasformando una pausa weekend in un’esperienza indimenticabile.

Ma come un moderno residence o apartahotel che si rispetti, non ci si fa mancare una sala fitness aperta 24/24h e una Oriental Spa, dove concedersi momenti di assoluto relax. La coccola di super stile? L’accesso è consentito a massimo 6 persone per volta!

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Per provare tutto questo non è necessario essere Paperon de’ Paperoni, ma basta semplicemente approfittare delle tariffe per il weekend e fare un salto nell’imperdibile città di Torino.

p.s. e se dopo arte e architettura volete immergervi anche nel rock anni ’70, il mio personale consiglio è quello di non perdervi una performance live del chitarrista Aldo Garrone. Per maggiori dettagli chiedete al ragazzo dietro al desk, quello con i capelli lunghi ma ordinatamente e ben raccolti. Lui, è Aldo!

Share & enjoy,

Barbara

Un Commento:

  1. Quella Spa sembra un posto magnifico,mi farò un’annotazione di andare a darle un’occhiata durante il mio viaggio a Torino nel prossimo mese!

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