Vigevano. 12 ore per scoprire la città dalla piazza salotto

dsc_0002Per chi ama la bellezza dell’arte e della storia, l’elegante città di Vigevano è da mettere nella lista dei luoghi da vedere.

Il piccolo grande viaggio inizia a 40km a sud ovest da Milano, a metà strada tra la città meneghina e Pavia. Lungo la rotta ci si immerge nei paesaggi circostanti dove la pianura e i campi coltivati a risaie e cereali sono interrotti qui e là dai diversi navigli che hanno ridisegnato l’ambiente e dal Ticino.

Il sabato è la giornata ideale per organizzare questa gita fuori porta. La città si lascia ammirare nel suo brulicare con il via vai delle bici, con chi a piedi disegna immaginari zigzag entrando ed uscendo per gli acquisti dalle piccole botteghe del centro. Qualche bambino ad altezza cane regala una carezza, venendo ricambiato da una generosa scodinzolata. Tra belle scene di semplice quotidianità si giunge nell’agorà cittadina, piazza Ducale, che non a caso sembra davvero essere  un salotto.

L’ingegnosità e il piacere del bello a Vigevano, affonda le sue radici nel Rinascimento italiano tra il ‘400 e ‘500 con la volontà di Ludovico Sforza detto il Moro, che qui fece costruire il castello a scopi sì difensivi, ma anche di rappresentanza dove il lato estetico doveva servire proprio ad ammaliare e stupire gli ospiti invitati a corte. Per arrivare a questo scopo non a caso, lavorarono artisti, o come si direbbe ora archistar, dell’epoca come Leonardo e Bramante, dei quali ancora oggi possiamo vedere le opere del loro ingegno.

Ma cosa non perdere in una visita della città.

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  • La Piazza Ducale. E’ l’opera architettonica che stupisce di più e incanta al primo sguardo. Se ci si posiziona all’interno sembra uno spazio senza vie di fuga, né strade di accesso. Un effetto ottico accentuato dalle facciate dipinte, dai portici che si susseguono ad “U” e dall’imponente facciata convessa della Cattedrale di Sant’Ambrogio che raccorda e chiude la piazza.
  • Un caffè sotto i portici. Per respirare l’atmosfera elegante, quasi di altri tempi e goderne appieno quel sapore cittadino contemporaneo, caricarsi con un caffè e fare una seconda e tarda colazione è assolutamente consigliato. dsc_0026 dsc_0024
  • Il castello. L’accesso all’interno del castello, sembra quasi una caccia al tesoro in quanto non immediatamente percepibile per via dei vari rimaneggiamenti attorno a fine ‘600. Le scale d’ingresso si trovano sotto i portici, attigue a Caffè Commercio. Molti degli spazi del castello sono ad accesso gratuito, mentre quegli interni sono visitabili prendendo parte ad una delle visite guidate organizzate dall’Infopoint di Vigevano. Non si rimane indifferenti davanti alla delicatezza e alla grazia architettonica, di chi pensò questi spazi per Beatrice d’Este e per le sue dame di corte ma che fungesse al tempo stesso anche da luogo di difesa e di rappresentanza e delizie per la corte.dsc_0016 Tra le curiosità di questi spazi è che gli usi successivi, ne hanno fatto ad esempio verso la metà dell’’800 una Caserma dell’Esercito Sardo e quindi del Regio Esercito Italiano fino al 1968, spazzandone via parte di storia per esigenze funzionali. Le prigioni visitabili durante la visita guidata ne sono testimonianza. Visita a parte meritano le elegantissime scuderie leonardiane, all’interno delle quali il genio architettonico di Leonardo aveva previsto canali di scolo, slanciate colonne e volte a stella, tanto da sembrar oggi questo posto un vero e proprio luogo dove poter creare eventi.dsc_0037
  • La torre del Bramante. L’accesso attraverso la stretta scala e i suoi 100 gradini assicura un punto di vista differente sulla città, i suoi tetti e la piazza. Sporgersi tra le merlature alla ghibellina è sempre un’esperienza piacevole per prendersi il tempo per osservare i dettagli, come i disegni con i sassi bianchi di fiume che decorano il pavimento della piazza Ducale, osservabili bene solo da qui. dsc_0030
  • Musei. All’interno del complesso di Palazzo Ducale, si accede a tre musei che vale la pena visitare per comprendere al meglio la ricchezza di Vigevano. Si può iniziare dalla Leonardiana. In questo nuovissimo museo sono esposte le riproduzioni di tutte le opere che Leonardo riuscì a pensare e a realizzare nel corso della sua vita: i disegni, i taccuini i codici. A completamento del percorso espositivo, la “pinacoteca impossibile”, nella quale sono esposti tutti i 26 dipinti di Leonardo da Vinci, riprodotti in scala reale. Un’esperienza unica che permette un’analisi ravvicinata e un colpo unico sulle opere leonardiane. A seguire si può continuare con la Pinacoteca Civica che si sviluppa in 10 sale che narrano attraverso la pittura la storia della città dal ‘400 al ‘900. img-20191027-wa0026Particolarmente interessante è la sala dedicata ai personaggi illustri vigevanesi, dalla quale si scopre che Davide Campari, inventore di quello che ormai è la parola simbolo di aperitivo per antonomasia, era originario proprio di questa città.

    Per concludere non può mancare una visita al Museo della scarpa. Un percorso nella storia del  costume che parte da una pianella del ‘400 appartenente a Beatrice d’Este per giungere alle scarpe di grandi designer come Giuseppe Zanotti, Manolo Blahnik . E’ curioso scoprire che proprio qui, in quella che è stata la capitale italiana della calzatura, è stato inventato il tacco a spillo

  • Sosta gourmet. Il ristorante Class è l’indirizzo perfetto da mettere in agenda per una gita a Vigevano, ma che al tempo stesso anche da solo vale il viaggio. Le proposte dello chef Dario Spagnuolo sono un viaggio tra i piatti della cucina italiana con contaminazioni dal mondo. L’esperienza internazionale, il piacere della continua ricerca degli ingredienti e la voglia di stupire il commensale tra tradizione e sperimentazione, sono gli elementi che contraddistinguono questo posto. Ogni proposta è pensata per accogliere l’ospite e creare con lui un rapporto di nuovo ritorno. Un luogo perfetto che sia un pranzo di coppia o in famiglia, con proposte che soddisfano molti gusti senza perdere di personalità. Dalle proposte di pesce come i calamaretti in salsa di piselli, burratina di Andria e corallo di seppia, alla pasta alla chitarra fatta in casa cacio e pepe all’imperdibile maialino croccante con crauto rosso e purè di patate. Si chiude in dolcezza con namelaka al cioccolato bianco, salsa al passion fruit e terra al cioccolato. Tra le note interessanti da segnalare è il bel giardino in bambù perfetto per le belle giornate, la cottura alla brace con i forni Josper per alcuni piatti e la proposta in menu delle pinse, che si differenziano dalla pizza per gli ingredienti dell’impasto: farina di riso, di soia e frumento, acqua, lievito madre e lievitazione di 32 ore a bassa temperatura.

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Barbara

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